Triple “A” festeggia 20 anni con 90 vignaioli da tutto il mondo

Triple “A” spenge 20 candeline con vecchi e nuovi amici, riuniti a Bologna per una giornata speciale di festa, degustazione e convivialità

L’aria è frizzante. In lontananza qualcuno sta preparando la brace, il verde del parco e la bellezza di Palazzo Albergati riempiono gli occhi. Vengono messe subito le cose in chiaro: il calice da degustazione viene consegnato già pieno, di un vino rosso ruspante e genuino, insieme a una fetta di pane casereccio.  L’allegria è palpabile.

Per chi ama i vini naturali, Triple “A” è una sorta di guru. È stata la prima distribuzione al mondo a scommettere su questa categoria di vini.  Un catalogo che oggi conta più di cento produttori da tutto il mondo e che raduna alcune delle realtà più significative dei terroir d’appartenenza. AgricoltoriArtigiani e Artisti che condividono la stessa filosofia produttiva e lo stesso manifesto. Minimo intervento in vigna, senza l’utilizzo di sostanze di sintesi e vendemmia rigorosamente manuale. Fermentazioni spontanee e completa esclusione di additivi e coadiuvanti (ad eccezione dell’anidride solforosa). Bandite chiarificazioni, filtrazioni e tecniche invasive di cantina. 

Triple “A” Live 2023: gli assaggi

È chiaro che la curiosità è alle stelle. Un unico evento, quello di Triple “A” Live 2023, che il 13 marzo ha riunito quasi cento vignaioli da tredici nazioni, con la possibilità di parlare con i protagonisti della rivoluzione culturale che ha investito il mondo del vino in questi ultimi vent’anni e di assaggiare tutti i loro vini. Saliamo le scale fino al primo piano dove ci attente l’Italia e qualche chicca greca, slovena, spagnola e croata.

I calici si tingono di bianco, di arancio e di porpora. Naso e palato sono stimolati da macerazioni spinte, acidità incalzanti e aromi varietali a tratti commoventi. Etichette sui generis e vini puliti, precisi, non standardizzati ma che raccontano in modo sincero il territorio dove le viti affondano le radici. Tra gi stand di Triple “A” Live 2023 produttori iconici come Radikon (rara e imperdibile occasione per assaggiare tutte le sue creazioni in un colpo solo), Emidio Pepe con le sue annate più importanti come il Trebbiano d’Abruzzo 2013, il Pecorino 2012 e il Montepulciano d’Abruzzo 2007, La Stoppa con il suo celebre muffato, Il paradiso di Manfredi con la sua bellissima e sempre diversa espressione di Brunello di Montalcino.

Il secondo piano del meraviglioso palazzo rinascimentale è invece interamente dedicato ai vini d’Europa, con una piacevole digressione brassicola. Vini che hanno fatto la storia come quelli di Domaine de l’Ecu (Loira) e di Château Le Puy (Bordeaux) e nuove interessanti scoperte come l’Aligotè di Domaine De Moor.

Nei sotterranei, invece, la convivialità si consuma tra le grandi tavolate condivise davanti a golosi dischi volanti Fabbri con ragù di vitellone e carni bradi cotte a fuoco vivo. A rallegrare ancor più il pranzo, le colorate bottiglie di Aqvarello. Una bevanda fresca e dissetante, a bassa gradazione alcolica (7,5% vol), nata dall’incontro di Triple “A” con Stefano Chioccioli. Un “vinello” ottenuto dall’alluvionamento con acqua delle vinacce di sangiovese e con una piccola aggiunta di mosto per avviare una breve seconda fermentazione in bottiglia. Il risultato è un prodotto vivace e beverino, buonissimo, che fa subito festa. 

E festa sia. La fiera Triple “A” Live 2023, partecipata da circa 2.000 operatori del settore, è andata avanti tutta la giornata tra degustazioni, abbracci, confronti, amici ritrovati e tanti sfizi. Tra gli artigiani del cibo il Pastificio Giovanni Fabbri (Strada in Chianti, FI), Le Macchie di Paolo Parisi (Lari, PI), la Macelleria Bacci (Montignoso, MS), la Bottega Pavesi(Cortemaggiore, PC), Fromagerie Antony (Vieux-Ferrette, Francia), Antonello Egizi (Capestrano, AQ), il Forno Brisa (Bologna), il Panificio Piuma (Genova).

Una giornata piena di allegria, buonumore e curiosità. Per una viticoltura più attenta, sostenibile, genuina.

ll Manifesto Triple “A”

Secondo il Manifesto di Triple “A”, per ottenere un grande vino, ad ogni produttore occorrono 3 doti basilari riassumibili nelle 3 “A” di:

“A” come agricoltori

  • soltanto chi coltiva direttamente il vigneto può instaurare un rapporto corretto tra uomo e vite, ed ottenere un’uva sana e matura esclusivamente con interventi agronomici naturali.

“A” come artigiani

  • occorrono metodi e capacità “artigianali” per attuare un processo produttivo viticolo ed enologico che non modifichi la struttura originaria dell’uva, e non alteri quella del vino.

“A” come artisti

  • solamente la sensibilità “artistica” di un produttore, rispettoso del proprio lavoro e delle proprie idee, può dar vita ad un grande vino dove vengano esaltati i caratteri del territorio e del vitigno.